-
Soia, Fefac a Ue: favorire buone pratiche nei Paesi produttori contro la deforestazione
Per contrastare la deforestazione, e favorire una coltivazione sostenibile della soia, bisogna supportare le migliori pratiche agricole direttamente nei Paesi produttori. Limitarsi al blocco delle importazioni di materie prime alimentari correlate al rischio disboscamento non è sufficiente. Fefac, Coceral e Fediol lanciano un appello all’Unione europea: è necessario un cambio di passo, un’azione più decisa per preservare la foresta pluviale in Amazzonia.
Farm to Fork, l’impegno contro la deforestazione
Il Brasile è il maggior produttore di soia al mondo. Nel 2019, come ricordano le tre associazioni in rappresentanza dei produttori di mangimi; di cereali, riso, semi oleosi e oli vegetali; di alimenti proteici e oli vegetali europei, il Paese latinoamericano ha prodotto 121 milioni di tonnellate di soia. Da qui proviene il 35% di quella utilizzata nell’Unione europea, pari a 5 milioni di tonnellate (e il 44% di farina di soia, ovvero 8 milioni di tonnellate). Il legame con il Brasile è dunque saldo. Pertanto anche l’Unione europea non può non impegnarsi contro la deforestazione, una delle conseguenze di un’agricoltura non sostenibile.
Il tema è entrato anche nell’agenda della strategia green europea Farm to Fork. La Commissione europea - si legge nel documento - nel 2021 presenterà alcune proposte, anche di natura legislativa, con cui “ridurre al minimo l'immissione sul mercato dell'Ue di prodotti associati alla deforestazione o al degrado forestale”.
Promuovere cambiamenti positivi nella filiera
In un recente appello congiunto, le tre associazioni hanno espresso il loro supporto all’Ue contro la deforestazione. I settori rappresentati da Fefac, Fediol e Coceral sentono la responsabilità di agire per arginare questo fenomeno e pertanto appoggiano le ambizioni della Commissione europea. Tuttavia è necessario definire una nuova cornice regolatoria che supporti il cambiamento delle pratiche agricole direttamente nei Paesi che la deforestazione la subiscono.
Il disboscamento - sottolineano le tre organizzazioni - dev’essere fermato insieme ai governi e alle autorità pubbliche locali in collaborazione con gli agricoltori e gli operatori delle filiere. La legislazione europea contro l’import di commodities la cui produzione può mettere a rischio le foreste potrebbe non bastare. L’azione dell’Ue - ricordano Fefac, Coceral e Fediol - dovrebbe anche includere disposizioni regolamentari che richiedano agli attori presenti sul mercato di utilizzare strumenti che supportino e accelerino i cambiamenti positivi nella filiera. Una prospettiva di questo genere è virtuosa e ha già indicato che le azioni intraprese in questo senso, migliorando le pratiche sul posto, ha portato a risultati tangibili in termini di tutela dell’ambiente.
La moratoria per la soia in Amazzonia
Fefac, Fediol e Coceral hanno ricordato inoltre la correlazione tra i fenomeni della deforestazione e gli incendi che periodicamente minacciano l’Amazzonia. Una parte rilevante di questi roghi è infatti parte del processo di deforestazione: spesso gli incendi sono appiccati per eliminare ciò che resta dopo aver disboscato il territorio. Negli anni passati fu denunciata da più parti la correlazione tra la deforestazione e la coltivazione della soia, alla luce della necessità di investire sempre più terreni nella sua coltivazione. Contrastare la deforestazione permetterebbe così di arginare anche il fenomeni degli incendi.
Tra le azioni più significative messe in campo a livello globale per fermare questi fenomeni c’è la Moratoria sulla Soia dell’Amazzonia che impedisce alla soia prodotta su terreni disboscati di entrare in commercio e raggiungere l’Europa. L’accordo, esempio di collaborazione tra società civile e industria, fa sì che i commercianti e i trasformatori non acquistino la soia dagli agricoltori che la coltivano in aree deforestate o che non rispettano ad esempio i diritti dei lavoratori agricoli. Grazie a un monitoraggio satellitare è possibile valutare la conformità agli impegni assunti. L’accordo - concludono Fefac, Coceral e Fediol - ha generato una significativa riduzione della deforestazione in Amazzonia.
Foto: Pixabay
-
Crefis – Osservatorio materie prime e settore suinicolo
Da questo numero le due sezioni di analisi dell’andamento dei mercati curate da Crefis, Centro di Ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza, copriranno i dati dell’ultimo bimestre...
13-01-2021 -
Ue: 183 milioni per la promozione dei prodotti agroalimentari. Critici Copa-Cogeca
La promozione dei prodotti agroalimentari dell’Unione europea potrà contare, nel 2021, su un budget che sfiora i 183 milioni di euro. Una cifra che Copa-Cogeca e altre associazioni di settore giudicano insufficienti. Allo stesso modo considerano...
07-01-2021 -
Ue, agricoltura 2020-30: la sostenibilità condizionerà la produzione zootecnica. Lieve calo della domanda di mangimi
La Commissione europea ha diffuso le previsioni relative al settore primario per il decennio 2020-2030. L’adesione a un modello produttivo più sostenibile giocherà un ruolo fondamentale fino a condizionare la produzione nel comparto...
06-01-2021 -
Brexit, salvo l’export agroalimentare. Copa-Cogeca: attivare subito la Riserva da 5 miliardi
A pochi giorni dalla scadenza del 31 dicembre l’Unione europea e il Regno Unito hanno trovato l’accordo per regolare le relazioni commerciali a partire dal prossimo 1° gennaio, quando il Regno Unito non farà più parte del mercato...
01-01-2021 -
Nei primi nove mesi del 2020 diminuisce l’import di mais e farina di soia
Tra gennaio e settembre 2020 l’Italia ha visto aumentare sia l’import che l’export nel settore cerealicolo, delle farine proteiche e dei semi oleosi. Il Paese, deficitario in materie prime, ha fatto registrare però un miglioramento del...
31-12-2020